Il mondo della musica piange la scomparsa del celebre sassofonista James Senese: si è spento a 80 anni dopo il lungo ricovero.
Si è spento all’età di 80 anni James Senese, figura simbolo del Neapolitan Power e storico sassofonista di Pino Daniele. Ricoverato da oltre un mese all’ospedale Cardarelli di Napoli per una grave forma di polmonite, il musicista ha lottato fino all’ultimo, lasciando un vuoto profondo nel mondo della musica italiana e internazionale. La notizia della sua scomparsa ha commosso artisti e fan, che lo ricordano come un uomo autentico, capace di fondere il jazz con l’anima più profonda della sua città.
Addio a James Senese, l’anima musicale di Napoli
Nato a Napoli il 6 gennaio 1945 da madre italiana, Anna Senese, e padre afroamericano, James Smith, soldato della 92nd Infantry Division, James Senese incarnava nel suo stesso sangue l’incontro tra due mondi.
È una giornata triste per tutta Napoli: è venuto a mancare, all'età di 80 anni, il musicista James Senese 💔
— Spazio Napoli (@Spazio_Napoli) October 29, 2025
Tra i maggiori rappresentanti del cosiddetto "Neapolitan sound", Senese ci lascia questa mattina a seguito conseguenze di una infezione polmonare che lo aveva costretto… pic.twitter.com/9MKnUHRKl3
Cresciuto tra i vicoli della città, portava dentro di sé il ritmo e l’urgenza di esprimersi attraverso la musica. Negli anni Sessanta fondò gli Showmen, poi gli Showmen 2 e infine i Napoli Centrale, gruppo che divenne il simbolo della rinascita musicale partenopea.
Senese non aveva paura di mescolare generi e linguaggi, unendo jazz, rock, soul e funk in un suono unico, potente, viscerale. La critica internazionale lo definì “Brother in soul” dopo una storica esibizione all’Apollo Theater di New York nel 1990, un titolo che raccontava più di mille parole la sua essenza.
Un addio che colpisce Napoli
James Senese non fu solo un musicista straordinario, ma un testimone di cultura e identità. Al fianco di artisti come Gil Evans, Bob Marley, Ornette Coleman, Pino Daniele, Tullio De Piscopo ed Enzo Avitabile, costruì un ponte tra Napoli e il mondo.
“Io non suono per mestiere“, diceva spesso, “suono per raccontare chi sono“.
E così ha fatto, fino alla fine: raccontando la vita, la città, e quella magia irripetibile che solo chi ha conosciuto la Napoli d’oro dei Daniele e dei Troisi può davvero comprendere.